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martedì 28 febbraio 2017

Programma di preghiera per la quaresima a Medjugorje

Quaresima 2017 a Medjugorje

Il 1° marzo 2017, Mercoledì delle Ceneri, nella Chiesa Cattolica inizierà la Quaresima, tempo di preparazione alla Pasqua della durata di quaranta giorni. Quel giorno, sia durante le Sante Messe mattutine che nel corso di quella serale, si svolgerà appunto il Rito dell’imposizione delle Ceneri, segno visibile di accoglienza dell’impegno al digiuno e alla penitenza. Il Mercoledì delle Ceneri sono obbligatori il digiuno e l’astinenza. Particolarità del tempo quaresimale è la meditazione della Passione di Cristo, svolta soprattutto nel Pio Esercizio della Via Crucis. Durante il Tempo di Quaresima, nella parrocchia di Medjugorje, esso verrà pregato:
il Venerdì
alle ore 14:00 sul Križevac. Nella chiesa parrocchiale di San Giacomo, la Via Crucis si terrà, invece, dopo la Santa Messa serale delle ore 18:00. Nelle chiese filiali (di Šurmanci, Vionica e Miletina), sarà pregata sempre di Venerdì, ma alle ore 16:00.

A Medjugorje, ogni sera ci saranno degl' incontri quaresimali

Incontri quaresimali per i parrocchiani di Medjugorje


data: 28.02.2017.


Durante la Quaresima dell’anno scorso sono stati organizzati per la prima volta degli incontri per i parrocchiani di Medjugorje. Essi continueranno anche quest’anno nei mercoledì di Quaresima (a cominciare da quello delle Ceneri) a partire dalle ore 19:00, ossia dopo la Santa Messa serale, presso il Salone “San Giovanni Paolo II”. Le serate saranno momenti di meditazione in silenzio (accompagnati da candele, letture e riflessioni sulla Parola di Dio). In seguito, in un’ala del Salone stesso, consumeremo insieme pane e acqua (oppure tè). Prima di detti incontri, a partire dalle ore 17:00, ci sarà la preghiera del Rosario in chiesa parrocchiale, seguita dalla Santa Messa serale delle ore 18:00.
Detti incontri quaresimali verranno organizzati dai parrocchiani. L’Ufficio parrocchiale ci ha comunicato che “quest’anno daremo inizio a questa serie di incontri facendo gli onori di casa in occasione del Ventiquattresimo Incontro Internazionale degli organizzatori di pellegrinaggi e delle guide di centri della pace, gruppi caritativi e di preghiera legati a Medjugorje. Il 1° Marzo, Mercoledì delle Ceneri, gli organizzatori dell’incontro quaresimale saranno i parrocchiani di Miletina”.

sabato 25 febbraio 2017

Messaggio del 25 febbraio 2017 - Medjugorje

“Cari figli, oggi vi invito a vivere profondamente la vostra fede, a chiedere all’Altissimo di rafforzarla e che i venti e le tempeste non possano fiaccarla. Le radici della vostra fede siano la preghiera e la speranza nella vita eterna. E già ora, figlioli, lavorate su voi stessi in questo tempo di grazia, in cui Dio, nella rinuncia e nell’invito alla conversione, vi dà la grazia di essere uomini dalla fede chiara e perseverante e di speranza.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.



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 Poruka od 25.02.2017
"Draga djeco! Danas vas pozivam da vašu vjeru duboko živite i molite Svevišnjega da je ojača, te da je vjetrovi i oluje ne mogu slomiti. Neka korjeni vaše vjere budu molitva i nada u vječni život. I već sad, dječice, radite na sebi u ovom milosnom vremenu gdjevam Bog daje milost da u odricanju i pozivu na obraćenje budete ljudi jasne i ustrajne vjere i nade. Hvala vam sto ste se odazvali mome pozivu."

mercoledì 15 febbraio 2017

Intervista rilasciata "dall' 'inviato speciali " del Papa a Medjugorje

Monsignor Hoser: “A Medjugorie non mi occuperò dei veggenti”

 “Non conosco il motivo per il quale ha nominato me. Gli sono grato. L’ incarico non mi spaventa. I frutti spirituali di Medjugorje sono buoni.” Lo dice in questa intervista a La Fede Quotidiana monsignor Henryk Hoser, polacco, arcivescovo della diocesi Varsavia- Praga, nominato recentemente inviato speciali del Papa per   gli aspetti pastoriali a Medjugorje.

Eccellenza,si aspettava questo incarico?
  "No, e non conosco il motivo per il quale il Papa mi ha nominato. Ovviamente gli sono grato, lo esplicherò col massimo del mio impegno, però non mi spaventa”.
Lei passa per un vescovo conservatore…
“ Io non mi definisco così. Piuttosto sono un uomo di Chiesa  che cerca di essere fedele alla Parola, alla dottrina, e alla Tradizione, ovviamente a tutti i documenti . E allora, se questo vuole dire essere conservatore,  sono  conservatore”.
La Polonia, della quale lei è figlio, nutre verso Medjugorje, generalmente, sentimenti positivi…
“ In effetti risponde al vero. I cattolici di questa nazione, che è profondamente mariana, hanno una bella idea di Medjugorje,  questo per linee generali. E ci vanno  numerosi. Del resto, a Medjugorje ogni anno arrivano 2000.000  di pellegrini e questo  qualche cosa  significa. Io però non mi occuperò degli aspetti teologici e delle apparizioni  che sono oggetto della Commissione Pontificia. Il mio raggio di azione è la pastorale”.
I veggenti?
“ Per me non sono nè un problema, nè il problema. Le ripeto, non fanno parte del mio compito”.
Giovanni Paolo II che lei conosceva bene,  nutriva buoni sentimenti verso Medjugorje…
“ Lui era devoto alla Madonna in  genere, compresa quella di Medjugorje. Non è una cosa cattiva”.
La Madonna di Medjugorje è Regina della Pace, ma anche della Famiglia che lei da vescovo sostiene in modo deciso..
“ Vero. E’ molto importante invocare Maria per la protezione della famiglia formata da uomo e donna uniti nel matrimonio sacramento. Nelle apparizioni di Medjugorje troviamo al centro il rosario, l’ adorazione eucaristica, il digiuno, la penitenza, tutte cose positive per la vita e lo sviluppo della fede che vanno incentivate ed incoraggiate”.
Quali sono i frutti di  Medjugorje?
“ Come le dicevo, io mi limito alla pastorale e non alla dottrina e dunque non al tema veridicità. In quanto ai frutti sulle anime, mi sembrano positivi. Per frutti intendo la pratica dei sacramenti, le conversioni, il cambio nello stile di vita, la partecipazione alla messa e questo avviene a Medjugorje  , non possiamo negarlo e non tenerne conto pastoralmente”.
Lei ultimamente è stato malato gravemente. E’ vero che ha pregato anche la Madonna di Medjugoria?
“ Ho contratto la malaria in Africa. Ho pregato la Madonna,  io credo a Maria in tutte le sue manifestazioni”.

Fonte:http://www.lafedequotidiana.it/esclusivo-monsignor-hoser-medjugorie-non-mi-occupero-dei-veggenti/

martedì 14 febbraio 2017

A Medjugorje i giovani scoprono l’amore e la semplicità di Dio





Per sapere cosa vivono i giovani quando si sentono chiamati a scoprire l’amore di Dio è necessario chiederlo a chi ha fatto personalmente questa esperienza.
In un intervista fr Jean Uriel Frey, membro della Comunità delle Beatitudini, ci racconta la sua conversione avvenuta a Medjugorje e come ha messo a disposizione di altri giovani il suo "tesoro".

Mi chiamo Jean Uriel, sono svizzero di lingua tedesca, nato a Lucerna e ho 32 anni. Ho sentito parlare di Medjugorje 12 anni fa da mio fratello maggiore quando lui mi ha invitato a venire qui in pellegrinaggio. Ho accettato senza sapere nulla di ciò che in realtà succedeva in questo luogo. Ricordo, come se fosse ieri, che sin dal primo giorno ho sentito la grazia di Dio su di me. A un certo punto di quel primo giorno persi il piccolo gruppo con il quale ero venuto, e così dietro la chiesa, da solo, ho incontrato l’amore e la grande misericordia di Dio. Ho pianto tutte le lacrime che avevo dentro, che esprimevano non solo il mio dolore, ma anche la gioia e la riconoscenza verso il Padre che mi amava per quello che ero veramente.
Quel momento, quella esperienza, mi hanno segnato per tutta la mia vita. Non subito, ma pian piano, il Signore ha potuto lavorare nel mio cuore. Cominciai lentamente a scoprire il ruolo della Vergine Maria nella mia vita e il suo compito nella Chiesa. Mi posi alla sua scuola in ricerca della mia vocazione; così, alcuni anni più tardi, sentii chiaramente la chiamata al sacerdozio e alla vita religiosa nella Comunità delle Beatitudini, dove vivo già da 7 anni. Per la festa dell’Ascensione ho professato solennemente i miei voti.
Sono tornato più volte a Medjugorje Ora mi trovo qui con un gruppo di 170 giovani francesi, alcuni italiani e tedeschi, per partecipare al festival. La cosa che mi ha colpito, così come era anche successo le altre volte, è stata l’essermi sentito subito avvolto dalla presenza della Vergine Maria. Quando mi avvicino alla chiesa e vedo i giovani che pregano attorno alla rotonda ho l’impressione che il manto della Madonna li ricopra e che tutti trovano la grazia di sentirsi figlio di Dio.


d. Cosa cercano i giovani a Medjugorje e cosa trovano?


I giovani nel profondo cercano Dio, anche se tante volte non lo esprimono direttamente. Molti mi hanno detto che sono venuti per caso e che loro stessi non sanno il perché; ma penso che in loro ci sia la ricerca di qualcosa di più, di qualcosa che può veramente donare un senso alla loro vita e al quale non possono dare un nome. Credo che la maggioranza dei giovani trovi a Medjugorje la certezza di essere amato profondamente da Dio, così come essi sono... Nello stesso tempo scoprono che questo Padre pieno di bontà e di amore gli ha dato anche una Madre che li aiuta nel loro cammino di fede. A Medjugorje trovano anche una chiesa molto semplice, fraterna e viva. Al Festival dei giovani si respira lo stesso spirito della GMG (ndr. Giornata Mondiale della Gioventù), dove è presente una grande diversità, tante nazionalità, gente di tutti i tipi, gruppi di preghiera di origine differenti e tutti sono afferrati dalla stessa grazia, dalla stessa fede e dalla sicurezza di essere figli di Dio e della Vergine Maria.


d. Come amano pregare i giovani? Sono molto sorpreso perché quest’anno ho realizzato che il modo di pregare, soprattutto in questo festival della gioventù, è caratterizzato da una grandissima semplicità ed apertura. Sono felice di vedere come i responsabili dei gruppi e del festival accolgano con cuore aperto tanti predicatori così diversi tra loro e come proprio i predicatori formano armoniosamente un solo corpo, senza contraddizioni, senza competizioni. Si vive una grande libertà e la gente viene aiutata attraverso il canto a pregare con tutto il corpo e con la gestualità. I giovani sono molto sensibili a questo perché possono esprimere con naturalezza ciò che abita nel loro cuore.
Generalmente è molto difficile riuscire a far cantare i giovani che stanno ancora scoprendo la Chiesa. Ad esempio, qualche settimana fa mi trovavo in un incontro in Francia dove erano presenti circa 400 giovani. In quell’occasione sono stati necessari più giorni per far entrare i giovani nella lode davanti a Dio, da esprimere con il canto e con i gesti; invece qui a Medjugorje, fin dal primo giorno, ho avuto l’impressione che tutti possono seguire con facilità questo modo di pregare. E’ davvero un dono di Dio questa semplicità con cui tutti riescono a vivere una sorta di infanzia spirituale.


d. Cosa dici ai giovani che si sentono chiamati a stare più vicini a Dio, come li accompagni, cosa gli consigli per capire dentro di sé la loro vocazione?


Mi è capitato spesso di vedere che a Medjugorje i giovani vivono delle esperienze molto forti che li coglie impreparati Ne ho incontrati molti, tra questi una ragazza, Veronique, che è venuta qui invitata da sua cugina e non sapeva neanche perché fosse venuta. Viaggiavamo sullo stesso pullman e lei era molto sorpresa, le appariva tutto strano, non capiva cosa stavamo facendo... ma quando siamo arrivati anche lei è stata subito rapita dalla grazia e ha scoperto la bellezza e la gioia di credere. In pochi giorni ha fatto una cammino incredibile! La domanda più frequente che essi mi pongono è: cosa avverrà dopo questi giorni qui a Medjugorje, una volta rientrati a casa?
Nei colloqui personali, consigliamo ai giovani di provare a continuare a vivere nelle proprie case un breve tempo quotidiano di preghiera personale con Dio e, possibilmente, di inserirsi in un gruppo di preghiera dove poter condividere le proprie esperienze, così come la Vergine ci invita nei suoi messaggi. La Madonna ci indica i cinque strumenti che ormai sono noti a tutti, ma non sempre per i giovani è facile vivere il digiuno. Ritrovarsi in un piccolo gruppo di preghiera li può aiutare a vivere la grazia ricevuta a Medjugorje, affinché essa possa lentamente penetrare le radici della loro vita e trasformarla.
Desidero aggiungere ancora qualcosa: il nostro pellegrinaggio aveva un tema specifico "Vivere sotto la guida dello Spirito Santo" (cfr. Gal 5,16). Vedo che qui a Medjugorje tutta la vita cristiana diventa molto facile. Tante volte i giovani dicono che essa è impegnativa, e anche lo nostra esperienza ci mostra che spesso non è facile seguire Cristo nel nostro quotidiano con tutto quello che il mondo ci propone, ma sentiamo anche che attraverso Maria tutto diventa più semplice. Veramente questa Madre che ci prende per mano e che ci aiuta a seguire Cristo, in una grande tenerezza e semplicità. Lei che è riempita dello Spirito Santo, ci aiuta a fare tutto nella forza dello Spirito e non attraverso le nostre capacità.


d. L’esperienza della preghiera carismatica spinge un po’ ad una preghiera di lode, di gioia... Come parlate ai giovani della croce, come affrontate nelle vostra spiritualità la sofferenza vissuta come elemento di corredenzione e di salvezza?


Per noi, in Comunità, la Croce ha un posto molto importante. E’ vero che a Medjugorje l’aspetto più evidente in questi giorni del festival è la gioia vissuta con spirito di fraternità, ma è anche vero che non siamo ancora saliti sul monte della Croce; lo faremo insieme agli altri per la messa finale. Ma dalla mia esperienza passata so anche che i pellegrini testimoniano che vengono maggiormente colpiti dalla Via crucis sul monte Krizevac, anche se spesso è umanamente difficile a vivere.
Per me questa è la prova che Maria non fa altro che guidarci verso Cristo: Come ho già detto, 12 anni fa ho incontrato Gesù e il suo amore, e allora era difficile comprendere il posto di Maria: ho avuto bisogno di tempo. Per me il suo ruolo è nella Chiesa, ma il suo unico desiderio è quello di guidarci verso suo Figlio e nelle braccia del Padre. Allora non mi sorprende che tanti giovani scoprono l’amore di Cristo nella Via crucis, perché nella morte sulla croce Dio ci ha mostrato il suo più grande amore per tutti noi.


d. Nella tua famiglia siete quattro figli e tutti consacrati...


Tutte le opere di Dio si realizzano sempre in una grande semplicità... Ciascuno di noi fratelli (tra cui una sorella) è stato chiamato alla vita consacrata, ma questo è successo in una maniera così naturale! Devo ammettere che quando la gente lo viene a sapere umanamente gli sembra un po’ strano, persino shockante, ma è importante dire che questo si inscrive nella storia personale di ognuno.
Il Signore fa le cose molto dolcemente, con naturalezza; ognuno di noi è stato chiamato a seguirlo nella vita consacrata in Comunità diverse, "colorate" diversamente (lo dimostrano gli abiti che indossiamo!), e questo non si fa da un giorno all’altro. Ciascuno di noi è cresciuto con la Grazia di Dio. Allora approfitto per dire un grande grazie al Lui per la chiamata che ci ha donato, per me essa è personalmente una grande gioia e penso che lo sia anche per i miei fratelli. Lo ringrazio anche per i nostri genitori, che non sono delle persone straordinarie, direi che sono come tutti gli altri, ma è vero che essi sono riusciti ad aprirsi alla volontà di Dio e a rimanere sempre aperti a ciò che Dio voleva realizzare nella vita dei loro figli. E con prontezza e semplicità hanno accettato la nostra vocazione.


d. Cos’altro vuoi dirci?


Voglio approfittare per invitare tutti a mettersi alla scuola della Madonna, di essere in ascolto di ciò che Lei vuole dirci. Oggi, il 5 agosto, qui a Medjugorje si festeggia il suo compleanno (ndr. secondo quanto è stato da lei stessa rivelato in un messaggio), e penso che la gioia più grande di una madre sia sapere che i suoi figli sono sereni. L’unico desiderio della Vergine Maria e saperci felici; per essere in questa beatitudine, in questa gioia dei figli di Dio, dobbiamo farci guidare da Lei: sarà Lei a comunicarci la felicità di sapere che Cristo è il nostro Salvatore.
Infine vorrei invitare i giovani a venire a Medjugorje, in particolar modo nei giorni del festival. Ai "grandi" direi di non esitare ad offrirgli il viaggio come regalo di Natale o di compleanno, così come mio fratello più grande lo ha offerto a me la prima volta. Probabilmente non sarei mai venuto e mai avrei potuto vivere quello che ho vissuto... Vi invito allora ad essere creativi a farvi promotori di questi viaggi, per permettere ad altri giovani di vivere la gioia di sentirsi amati dalla Regina della Pace.
Fonte: Eco di Maria nr.159

lunedì 13 febbraio 2017

Il vescovo di Mostar scrive all' “Inviato Speciale della Santa Sede”,

Eccellenza Reverendissima!
Avuta la notizia sulla Nomina Pontificia dell’Eccellenza Vostra ad “Inviato Speciale della Santa Sede”, con l’incarico di approfondire la conoscenza della realtà pastorale della parrocchia di Medjugorje, appartenente a questa Diocesi di Mostar-Duvno, l’incarico di un carattere esclusivamente pastorale, vorrei esprimerLe le mie fraterne congratulazioni ed anche preghiere al Signore per un ottimo esito della Sua missione.
Sin d'ora Le assicuro, Eccellenza, una fraterna accoglienza e un sincero benvenuto in questa Diocesi, in particolare nella parrocchia di Medjugorje.
Questa Curia diocesana Le sta a disposizione per quanto riguarda la Sua visione della situazione pastorale di detta parrocchia. 
In attesa di buone notizie e dell’arrivo della Sua stimata Persona, Le invio i miei migliori saluti ed auguri
+ Ratko Perić, vescovo

Esprimo filiale gratitudine al Romano Pontefice, e un cordiale benvenuto a Mons. Hoser

COMUNICATO DEL PROVINCIALATO DELLA PROVINCIA FRANCESCANA DELL'ERZEGOVINA IN OCCASIONE DELLA NOMINA DELL'INVIATO SPECIALE DELLA SANTA SEDE PER MEDJUGORJE.
Oggi, 11 febbraio 2017, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, alle ore 12:00, la Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto che il Santo Padre Francesco ha nominato un Inviato Speciale della Santa Sede per Medjugorje nella persona di S.E. Mons. Henryk Hoser, S.A.C., Arcivescovo polacco, attuale Ordinario di Warszawa – Praga.

A nome della Provincia Francescana dell'Erzegovina, alla cui cura pastorale la parrocchia di Medjugorje è affidata, esprimo filiale gratitudine al Romano Pontefice, il Santo Padre Francesco, per l'autentica sollecitudine ed attenzione pastorale mostrata con tale nomina.
Rivolgo al contempo a S.E. l'Arcivescovo Mons. Hoser un cordiale benvenuto. Questa Provincia, ed i francescani che svolgono il loro ministero pastorale a Medjugorje, accolgono l'Inviato Speciale designato dalla Santa Sede con rispetto e devozione, confermandogli la loro sincera e piena collaborazione e promettendogli le loro preghiere per un'attività feconda e benedetta nell'espletamento del compito a lui affidato.
Mostar, 11 febbraio 2017
Fra Miljenko Šteko, provinciale

Fonte:http://www.medjugorje.hr/it/attualita/comunicato-della-curia-provinciale-della-provincia-francescana-dellerzegovina-in-occasione-della-nomina-dellinviato-speciale-della-santa-sede-per-medjugorje,8608.html

sabato 11 febbraio 2017

Papa Francesco nomina un vescovo per aiutare la parrocchia di Medjugorje

Medjugorje, un inviato del Papa per le esigenze dei fedeli

Francesco nomina il vescovo polacco Hoser: nessuna nuova indagine sulle apparizioni, ma avrà l’incarico di suggerire iniziative pastorali per il futuro



Pubblicato il 11/02/2017

città del vaticano
Il Papa nomina un suo «inviato speciale» a Medjugorje. Ma non per fare un supplemento d’inchiesta sulle apparizioni mariane iniziate nel 1981 e non ancora interrotte, come ipotizzato da alcune anticipazioni. Al centro delle preoccupazioni di Francesco ci sono i tantissimi pellegrini che visitano la parrocchia e il luogo delle prime apparizioni nel paesino dell’Erzegovina divenuto un centro mariano tra i più frequentati del mondo.

«In data 11 febbraio 2017 il Santo Padre - si legge nel comunicato della Segreteria di Stato vaticana - ha incaricato» monsignor Henryk Hoser, arcivescovo-vescovo di Warszawa-Praga (Polonia), «di recarsi a Medjugorje quale inviato speciale della Santa Sede».

Subito dopo la nota chiarisce i motivi della nomina e ne circoscrive gli obiettivi, smentendo quanti ritenevano che Bergoglio volesse nuove indagini dopo quelle approfondite e durante cinque anni, concluse nel 2015 dalla commissione di porporati ed esperti guidati dal cardinale Camillo Ruini.

«La missione - si legge ancora nel comunicato - ha lo scopo di acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio e, in base ad esse, suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro. Avrà, pertanto, un carattere esclusivamente pastorale». È da sottolineare l’espressione «esclusivamente pastorale», che spiega bene le finalità dell’incarico di Hoser, il quale non dovrà fare lo 007 della Congregazione per la dottrina della fede, ma dovrà entrare nel merito dei problemi pastorali da anni presenti a Medjugorje.

Non è un mistero che un atavico contrasto contrappone i francescani al clero secolare e al vescovo della diocesi competente, che è quella di Mostar. Il vescovo precedente, Pavao Zanic, come pure l’attuale, Ratko Peric, sono profondamente contrari alle apparizioni. Una delle conclusioni alle quali era arrivata la commissione Ruini riguardava proprio i problemi pastorali. Tra le proposte quella di trasformare la parrocchia di Medjugorje in santuario alle dirette dipendenze della Santa Sede. Un’altra possibilità era invece quella di smembrare il territorio di Medjugorje dalla diocesi di Mostar per riesumare una vecchia diocesi soppressa.

Con la nomina di oggi si conferma l’atteggiamento di Papa Francesco nei confronti di questi fenomeni. Nonostante abbia più volte messo in guardia dalla morbosa attenzione verso i «messaggi» e i «segreti» attribuiti alla Madonna, che in alcuni casi finisce per distogliere alcuni fedeli dal cuore del messaggio evangelico, Bergoglio mostra grande rispetto per ciò che avviene in questi luoghi. E nel caso di Medjugorje, milioni di persone vi sono transitate e vi ritornano, partecipando a intense esperienze spirituali e in molti casi scoprendo la fede o ritrovando la fede perduta.

Per quanto riguarda il fenomeno e la sua origine, la commissione Ruini aveva concluso suggerendo un pronunciamento favorevole al riconoscere la natura soprannaturale delle primissime apparizioni mariane, sospendendo invece il giudizio su tutto ciò che è venuto dopo. Com’è noto, secondo il racconto dei veggenti - ragazzi nel frattempo diventati adulti - la Madonna dopo essere apparsa sulla collina vicina al paese e poi nella chiesa parrocchiale, continuerebbe ad apparire loro ad orari o giorni prestabiliti ovunque essi si trovano.

Le conclusioni della commissione Ruini, che aveva valutato un’enorme mole di documenti, analizzato tutti i messaggi, ascoltato tutti i testimoni e più volte gli stessi veggenti, era stata consegnata a Francesco nel 2014. Da allora il dossier è passato alla Congregazione per la dottrina della fede. Il Papa stesso, durante il volo di ritorno da Sarajevo, aveva detto ai giornalisti che Ruini aveva fatto «un bel lavoro», annunciando una imminente discussione del caso all’ex Sant’Uffizio. Ma da allora non ci sono più state novità.

Il segnale della nomina del vescovo polacco indica quale sia la priorità del Pontefice: le esigenze dei pellegrini, la loro cura pastorale. Monsignor Hoser, conclude la nota vaticana «continuerà ad esercitare l’ufficio di arcivescovo-vescovo di Warszawa-Praga» ed è previsto che «completi il suo mandato entro l’estate prossima».

Fonte:http://www.lastampa.it/2017/02/11/vaticaninsider/ita/vaticano/medjugorje-un-inviato-del-papa-per-le-esigenze-dei-fedeli-bAQjo5BXja873cTvdI5xeN/pagina.html

Il Papa nomina mons. Hoser inviato speciale della S. Sede a Medjugorje



Comunicato della Segreteria di Stato: Nomina dell’Inviato Speciale della Santa Sede per Medjugorje, 11.02.2017




Testo in lingua italiana
Traduzione in lingua inglese
Testo in lingua italiana
In data 11 febbraio 2017 il Santo Padre ha incaricato S.E. Mons. Henryk Hoser, S.A.C., Arcivescovo-Vescovo di Warszawa-Praga (Polonia), di recarsi a Medjugorje quale Inviato Speciale della Santa Sede.
La missione ha lo scopo di acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio e, in base ad esse, suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro. Avrà, pertanto, un carattere esclusivamente pastorale.
È previsto che S.E. Mons. Hoser, il quale continuerà ad esercitare l’ufficio di Arcivescovo-Vescovo di Warszawa-Praga, completi il suo mandato entro l’estate prossima.
[00219-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua inglese
Special Envoy of the Holy See Named for Medjugorje
On February 11, 2017, the Holy Father entrusted Archbishop Henryk Hoser, S.A.C., bishop of Warsaw-Prague (Poland), to go to Medjugorje as Special Envoy of the Holy See.
The mission has the aim of acquiring a deeper knowledge of the pastoral situation there and above all, of the needs of the faithful who go there in pilgrimage, and on the basis of this, to suggest possible pastoral initiatives for the future. The mission will therefore have an exclusively pastoral character.
Archbishop Hoser, who will continue to exercise his role as bishop of Warsaw-Prague, is expected to finish his mandate as Special Envoy by summer of this year.
[00219-EN.01] [Original text: Italian - working translation]

Fonte:http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/02/11/0092/00219.html

  Il direttore della Sala Stampa vaticana Greg Burke ha sottolineato che "la missione dell'Inviato Speciale è un segno di attenzione del Santo Padre verso i pellegrini. Lo scopo non è inquisitorio, ma strettamente pastorale. L'Inviato non entrerà nella questione delle apparizioni mariane, che sono di competenza della Congregazione per la Dottrina della Fede, e sarà in contatto con il vescovo diocesano, i frati minori francescani - ai quali è affidata la parrocchia di Medjugorje - e con i fedeli del luogo”. Quindi ha concluso: "E' una missione per i pellegrini, non è contro nessuno".
 

Il Papa, manderà a Medjugorje un vescovo di sua stretta fiducia


Comunicato della Segreteria di Stato: Nomina dell’Inviato Speciale della Santa Sede per Medjugorje, 11.02.2017





Testo in lingua italiana
Traduzione in lingua inglese
Testo in lingua italiana
In data 11 febbraio 2017 il Santo Padre ha incaricato S.E. Mons. Henryk Hoser, S.A.C., Arcivescovo-Vescovo di Warszawa-Praga (Polonia), di recarsi a Medjugorje quale Inviato Speciale della Santa Sede.
La missione ha lo scopo di acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio e, in base ad esse, suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro. Avrà, pertanto, un carattere esclusivamente pastorale.
È previsto che S.E. Mons. Hoser, il quale continuerà ad esercitare l’ufficio di Arcivescovo-Vescovo di Warszawa-Praga, completi il suo mandato entro l’estate prossima.
[00219-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua inglese
Special Envoy of the Holy See Named for Medjugorje
On February 11, 2017, the Holy Father entrusted Archbishop Henryk Hoser, S.A.C., bishop of Warsaw-Prague (Poland), to go to Medjugorje as Special Envoy of the Holy See.
The mission has the aim of acquiring a deeper knowledge of the pastoral situation there and above all, of the needs of the faithful who go there in pilgrimage, and on the basis of this, to suggest possible pastoral initiatives for the future. The mission will therefore have an exclusively pastoral character.
Archbishop Hoser, who will continue to exercise his role as bishop of Warsaw-Prague, is expected to finish his mandate as Special Envoy by summer of this year.
[00219-EN.01] [Original text: Italian - working translation]

Fonte: http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/02/11/0092/00219.html

 Il direttore della Sala Stampa vaticana Greg Burke ha sottolineato che "la missione dell'Inviato Speciale è un segno di attenzione del Santo Padre verso i pellegrini. Lo scopo non è inquisitorio, ma strettamente pastorale. L'Inviato non entrerà nella questione delle apparizioni mariane, che sono di competenza della Congregazione per la Dottrina della Fede, e sarà in contatto con il vescovo diocesano, i frati minori francescani - ai quali è affidata la parrocchia di Medjugorje - e con i fedeli del luogo”. Quindi ha concluso: "E' una missione per i pellegrini, non è contro nessuno".

domenica 5 febbraio 2017

Sosteniamo i giovani volontari nella loro missione a Medjugorje

Gentilissimi
Attraverso questa lettera vogliamo farVi conoscere le attività dell'Associazione Ummanitaria "Le Mani di Maria" e invitarVi di sostenerci in questa Missione.
Associazione Umanitaria "Le Mani di Maria" e nata a Luglio del 2016 a Medjugorje, con un unico obiettivo di aiutare poveri e bisognosi, tutti coloro che si trovano nelle difficoltà.

Prima della fondazione di questa Associazione abbiamo agito per tre anni nella Parrocchia di Medjugorje come Uficcio per i bisognosi.
Per fare del bene ed aiutare il prossimo ci hanno incoraggiato le parole della Madonna Regina della Pace ... " Vi invito anche oggi di esser Amore li dove c'è odio, il cibo li dove c'è la fame. Aprite i vostri cuori figlioli e che le vostre mani siano tese e generose, perché ogni creatura possa Ringraziare A Dio Creatore."

(Messaggio del 25 Settembre 2004)
Ascoltando i Messaggi della Madonna e capendo ciò che Lei vuole da noi, abbiamo deciso di rispondere al Suo invito e di diventare le Sue Mani tese.
Abbiamo compreso che ogni uomo e invitato di fare del bene ed aiutare a migliorare questo mondo, per renderlo più bello e migliore.


Per realizzare tutto ciò non abbiamo bisogno di grandi cose, ma dei piccoli gesti d'amore.
Fino ad ora abbiamo rinnovato diverse case, rifatto e ripulito diversi giardini, visitiamo le Case di riposo per gli anziani e ospedali. Aiutiamo le famiglie numerose, paghiamo le bollette a coloro che non se lo possono permettere, ai malati senza un sussidio statale compriamo i medicinali.

Più di 200 famiglie e persone singole ogni mese ricevono i pacchi con il cibo.
In poco tempo ad aiutare il lavoro di questa Associazione si sono iscritte 50 persone volontari. Si tratta dei giovani volentierosi di Medjugorje e Brotnjo, i quali il loro tempo vogliono donare al fratello e uomo bisognoso.
I volontari hanno regolari incontri di preghiera, riunioni di lavoro e attivamente partecipano nelle attività della Associazione.

Voglio ringraziare a Tutti Coloro che fino ad ora hanno partecipato ai nostri progetti e ci hanno aiutato a fare del bene, a poter donare la speranza e diffondere l'Amore e la Pace.

Siamo felici che attraverso il vostro aiuto possiamo essere Le Mani di Maria!
Per ogni informazione potete contattare il seguente nostro numero:
00387/36653307

 
Facendo le donazioni di denaro aiutate a realizzare il traguardo della missione di questa Associazione "Le Mani di Maria"

info@marijine-ruke.ba 

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Le donazioni potranno essere effettuate attraverso i seguenti numeri dei Conti Corenti:
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sabato 4 febbraio 2017

Se nella vita non hai sofferto è il segno migliore che non hai mai conosciuto Gesù”.

Bellissima omelia di fra Goran Azinović



Siamo abituati che il nostro Dio prega nell’Orto degli Ulivi, che il nostro Dio ha paura, che il nostro Dio ama, che il nostro Dio perdona, ma sta sera dobbiamo abituarci che il nostro Dio si meravigli.
Dicono che la società moderna non ti perdonerà una cosa sola: il fallimento. Noi che siamo nelle scuole e voi che lavorate vedete che i bambini fin dall’infanzia imparano a volere il successo. Usano diversi mezzi. Ingannano i professori e vengono protetti dai genitori. Il voto negativo rappresenta il fallimento e quello positivo il successo. Fin dall’infanzia ci abituiamo alla società del successo.
Cosa succede ancora? La società perdona tutto, ma non il fallimento. Addirittura perdona il peccato. Se prendete due uomini che fanno lo stesso peccato e uno è ricco e uno è povero: il povero lo giudichiamo per il peccato, mentre il ricco no. Se bevono per il povero diciamo “è un alcolizzato, bisogna evitarlo”, per il ricco diciamo “ma… è successo così; forse lui ha una grande ditta e ha diverse famiglie da mantenere: non arrabbiarti con lui che ha bevuto un pò di più”. Al ricco perdoneremo tutto, invece il povero lo chiameremo ubriacone. Siamo coscienti che ciò accade nella nostra società.
Ma Gesù questa sera si è messo dalla parte di quelli che hanno fallito. Gesù sta sera nel Vangelo ha vissuto il fallimento.
I fedeli litigano nella Chiesa per una cosa sola: il miracolo. Quanto sono capaci di litigare su un miracolo… Anche i sacerdoti. Se volete farli arrabbiare metteteli davanti al tema dei miracoli e vedrete come i sacerdoti si dividono davanti a questo termine. La famiglia si divide.
Alla fine anche qui si tratta di un miracolo: Medjugorje. E’ un miracolo. Tanti miracoli.
Vedete che Gesù a Nazaret non ha potuto compiere neanche un miracolo.
Adesso vi faccio una domanda. Davanti a voi avete due sacerdoti: uno sono io e l’altro è un sacerdote sconosciuto. Attraverso questo sacerdote sconosciuto Dio ha fatto tanti miracoli: ha guarito ammalati, alcolizzati, ciechi… Io, come sacerdote, non ho fatto nemmeno un miracolo. Peggio ancora: forse ho provocato a qualcuno l’ulcera e nervosismo. Non ho fatto nessun miracolo nella loro vita. Si sono sentiti peggio a causa mia.
Vi domando: da chi andreste voi se aveste bisogno di un sacerdote? Tutti voi andreste, io compreso, da quel sacerdote che compie i miracoli e diremmo: “Fai il miracolo anche nella mia vita!”.
Gesù oggi sta dalla parte mia e non fa nessun miracolo. Gesù si mette dalla parte di quei sacerdoti che non fanno miracoli.
Dio desidera liberarti dalla magia. Il miracolo più grande che succede in questo mondo è la santa Messa. Il miracolo della santa Eucaristia.
Ecco perchè Gesù oggi non ti farà nessun miracolo, affinchè tu possa credere solamente in un miracolo: ciò che succede nella santa Messa.
Fratelli e sorelle, questo è il messaggio che Gesù Cristo desidera darci. Almeno io penso così. Noi siamo tutti seduti sulle panche. Tutti vogliamo pregare per essere guariti. Ora vi domando: Se noi cristiani preghiamo di guarire chi sarà ammalato in questo mondo? Se noi preghiamo di guarire a chi abbiamo lasciato la malattia? A un musulmano, a un buddista, ad un ebreo? Perchè così facilmente vogliamo lasciare ciò che è nostro, la nostra sofferenza, la nostra croce, il dolore? Gli altri prendano tutto, ma non ci prendano la sofferenza e il dolore, perchè soltanto nel dolore possiamo riconoscere Gesù.
Cari Cristiani, non pregate oggi perchè Dio vi liberi dalla sofferenza. Sta sera cominciate a pregare così: “Gesù, donami la sofferenza”. Cominciamo a pregare così: “Gesù, donami la croce”. Pensiamo un pò: io vengo a Medjugorje e comincio a pregare così. Io sono sano, ma desidero che Tu venga attraverso la malattia. Questa forse è l’immagine del Cristiano.
Un mio amico qualche giorno fa mi ha raccontato un esempio bellissimo, quando satana è apparso a san Martino. Gli è apparso come Gesù. Pensate fino a dove arriva satana. E’ apparso sotto le spoglie di Gesù. Ha detto “pace a te”, allargando le mani. San Martino non ha visto le piaghe nelle mani e ha chiesto: “Dove sono le tue piaghe?” Subito la visione è sparita.
Questo mio amico mi ha detto: “Se nella vita non hai sofferto è il segno migliore che non hai mai conosciuto Gesù”. Se hai sofferto beato te, perchè Gesù è venuto nella tua vita.
Che cosa darà Gesù a coloro che ama? La sofferenza. Conosco famiglie che pregano e hanno tante, tante croci nella loro vita. Conosco una coppia sposata da poco ed è 4 mesi che non escono dall’ospedale. Sempre in ospedale a fare diagnosi e pregano. Conosco altri a cui nella vita và tutto liscio: qualsiasi cosa tocchino diventa oro. Hanno la salute e non sanno più quanti soldi hanno sul conto bancario.
Ci si domanda: “Che cosa è più giusto? Pregare e soffrire o non pregare e avere successo?” Ma cosa ha fatto Gesù sulla croce? Aveva le mani trafitte. Cosa ha avuto san Francesco alla fine della vita? Le stigmate. Vedi qual’è la logica di Dio. Se Dio ti dona la sofferenza vuol dire che ne sei degno. Sei degno di Dio, perchè la cosa più grande che Dio ti può dare è la sofferenza. Il nostro Dio non ha null’altro da dare. Il nostro Gesù di Nazaret non ha null’altro da dare, soltanto la sofferenza.
Cari fedeli, questa non è la croce che mi uccide, ma la croce attraverso la quale potrò guarire. Perciò vi invito: preghiamo per poter riconoscere Gesù. Lui è venuto anche qui a Medjugorje. E’ venuto, sì. E non Lo riconosceremo dal fatto se ha fatto un miracolo o no. Ho detto all’inizio che il miracolo è la santa Messa. Non cerchiamo un miracolo più grande della santa Messa, perchè non c’è nulla di più grande del Pane Eucaristico.
Termino questa predica con un esempio. Cosa può succedere al nostro Paese e ovunque voi viviate, cari pellegrini? La storia dice così: un maestro guardava i bambini che giocavano sulla sponda e costruivano i castelli con la sabbia. Appena terminato il castello per il quale avevano impiegato tanto tempo e fatica, è venuto un’onda e lo ha abbattuto. Il maestro si attendeva lacrime e rabbia, ma i bambini si sono presi per mano e hanno cominciato a ridere. Poi hanno cominciato a costruire un castello nuovo. Il maestro ha detto: “Questi bambini mi hanno dato una lezione molto importante. Tutte le cose che creiamo nella vita, con tanta e nergia e tempo, sono create sulla sabbia. L’unica cosa duratura sono i rapporti umani. Prima o poi verrà un’onda e porterà via ciò che abbiamo costruito con tanto impegno. Quando succederà questo potrà sorridere soltanto colui che avrà qualcuno vicino a sè da tenere per mano”.
Questa è la verità più grande anche per il nostro Paese. Tutto può crollare come quel castello. E sarà così. Attorno a noi ci sono i castelli di sabbia. Verrà un’onda che porterà via tutto. E alla fine rimarrai tu e la tua famiglia. Dio chiederà in quel momento da te la fede, quando ti libererà dalle cose materiali.
Perciò Dio non poteva fare nessun miracolo a Nazaret, perchè la gente era cementata nei suoi edifici.
Così è la nostra vita: come un edificio cementato. Non permettiamo a Dio di entrare nella nostra vita. Lo abbiamo espulso per allontanarLo da noi. Lo mettiamo su un monte e vogliamo che cada dall’altra parte. Ma nessuno di noi ha il coraggio di spingerLo giù. Ma Dio farà in modo di passare affianco a noi, come fece a Nazaret. Gesù è passato in mezzo a loro.
Cari fedeli, possiamo essere come la gente di Nazareth? Non Lo abbiamo ucciso, ma può succedere che Dio passi nella mia e nella tua vita senza averLo riconosciuto. Senza averGli dato l’opportunità di essere Lui la croce nella nostra vita.
Perciò sta sera vi invito a cambiare la nostra preghiera. Non sia più preghiera per la liberazione dalla croce, ma preghiera per la croce.
La Confessione non sia più solo per perdonare i peccati, ma, come disse Papa Francesco, per purificare le proprie ferite. Il peccato non è una magia che sparisce. Il peccato sparirà, ma rimarranno le ferite. Il Papa dice: “Avrai bisogno della vita intera per curare le tue ferite”. Perchè proprio da quelle ferite rinascerai, come un uomo nuovo.
Perciò, fratelli e sorelle, questa è l’immagine più bella e più autentica di Medjugorje. Il luogo dove si curano le ferite. Il luogo dove vieni a curare le tue ferite. Non ti è stato fatto nessun miracolo, ma hai soltanto preso la benda per poter fasciare la tua ferita. La ferita rimane, ma il peccato è tolto.
Qui l’umanità ferita è venuta a guarire le proprie ferite. Non liberiamoci dalle ferite, perchè da esse nasce un uomo nuovo. Nascono le grazie nella nostra vita. Finchè ci sono le ferite saremo Cristiani.
Cari Cristiani, non diamo la nostra sofferenza agli altri. Prendiamo la sofferenza su di noi, perchè la sofferenza è il tesoro cristiano che Cristo ha lasciato alla Sua Chiesa".
Amen.


Testo sbobinato da Andrea Bianco:
Omelia della santa Messa serale
Medjugorje, 3 febbraio 2016

video
https://www.youtube.com/watch?v=51zIQMm62TE&feature=youtu.be

giovedì 2 febbraio 2017

2 febbraio- 22° anniversario della Madonna di Civitavecchia.

Oggi sono 22 anni dalla prima delle lacrimazioni di sangue della Madonnina di Civitavecchia.
Per comprendere bene questa mariofania bisogna considerare che:
1) avviene il 2 febbraio, festa della Presentazione di Gesù al tempio, "giornata della vita consacrata".
2) avviene a Civitavecchia, considerata tradizionalmente "la porta di Roma", centro della cristianità e sede del Papa.
3) avviene su una statuina acquistata a Medjugorje e che rappresenta la SS Vergine così come appare a Medjugorje.
4) avviene (una delle lacrimazioni) nelle mani del vescovo diocesano : Mons. Girolamo Grillo che era incredulo e che poi diventa un convito sostenitore della veridicità dei fenomeni
5) Giovanni Paolo II venera più volte la sacra immagine e addirittura la "incorona" in Vaticano
...
Preghiamo!
 

Jessica Gregori è la veggente testimone della lacrimazione di Civitavecchia del 1985 avvenuta nel giardino di casa sua. Una normalissima famiglia testimone di un di avvenimento che di tanto in tanto ritorna agli onori delle cronache per poi finire, immancabilmente, nel dimenticatoio.
Eppure Jessica, la ex bambina testimone dei fatti, ormai donna adulta e sposata, continua ad avere manifestazioni soprannaturali (e con lei in alcune occasioni anche la famiglia!) senza che la Chiesa dica una parola di più su questi accadimenti eccezionali e di eccezionale portata. Infatti le manifestazioni mariane di Civitavecchia sono collegate a doppio filo con quelle di Medjugorje e di conseguenza sono collegate anche alle apparizioni di Fatima. La statuina che lacrimò in casa di Jessica è una statuina proveniente da Medjugorje, e proprio a Medjugorje la Madonna ha affermato di voler portare a termine il compito iniziato a Fatima! Ma cosa vuol dire questo? Ma come… il compito non finisce nel momento in cui la Chiesa rivela i segreti di fatima come “ufficialmente” ha fatto?
Probabilmente, anzi, molto probabilmente, la Chiesa non ha detto tutto riguardo a Fatima. Jessica conosce molte cose che noi non sappiamo e questo non comporta una grazia in senso stretto bensì una grande prova che sta sopportando anche sulla sua pelle. Il Signore gli sta donando delle croci, in questi anni, che lei sta sopportando con infinita pazienza e con la fede. Quando il mondo saprà quanto queste persone abbiano sofferto per noi rimarrà a bocca aperta…


Una lettera di Jessica svela legami profetici con Fatima, Giovanni Paolo II e la crisi della Chiesa nel mondo

«Caro Papa, ciao, sono Jessica, la bambina della Madonnina di Civitavecchia, comunque sai benissimo chi sono»: il 27 febbraio 2005, mentre si trova ricoverato al Policlinico Gemelli, Giovanni Paolo II si vede recapitare una lettera accompagnata da un involucro, entrambi particolari. Il Papa è gravemente malato; il 24 sera ha subito un intervento di tracheotomia, ma lo spirito è forte. La mittente, che mostra tanta confidenza con il Papa, è la giovane Gregori, la bambina che dieci anni prima, esattamente il 2 febbraio 1995, aveva visto lacrimare sangue la statua della Madonna custodita nella grotta davanti alla porta della sua casa, a Pantano di Civitavecchia.
«Tu sai che la Madonna è apparsa».
Nella lettera, pur in un crescendo di affettuosità, la giovane prosegue svelando immediatamente l’urgenza e il cuore del messaggio: «Ti auguro tutte le gioie del mondo. Ho un grandissimo desiderio di incontrarti e di farti sapere tante cose che non ti hanno detto e che ti riguardano in prima persona, ma che specialmente sono legate a Fatima». Il tono si fa grave e i contorni profetici, mentre la ragazza non si sofferma sul fenomeno delle lacrimazioni, rammentando, invece, al Papa altri fenomeni «che lui già sa», e che coinvolgono lei e la sua famiglia: «Come tu ben sai – continua Jessica – a casa mia la Madonnina non ha solo pianto, ma è anche apparsa, e i suoi messaggi riguardano l’umanità, la Chiesa e le famiglie».

La missiva si conclude con la promessa di tante preghiere e l’assicurazione che la sofferenza e la malattia porteranno alla sua anima grandi meriti e benefici; Jessica, infine, prospetta al Santo Padre un ultimo compito da svolgere, probabilmente la testimonianza resa con la sua morte santa: «Prego sempre per te per la tua guarigione, il Signore e la Madonnina hanno ancora un compito da farti fare. Non preoccuparti, perché sei protetto sotto il manto celeste della nostra Mamma. Tutta la sofferenza che stai provando è la strada che ti porterà in Paradiso, vicino a Gesù. Ti voglio tanto bene. Sempre uniti nella preghiera. Un bacione Jessica. 26 febbraio 2005».

La risposta del Papa.
Alcuni giorni dopo il vescovo di Civitavecchia convoca Jessica e i sui familiari. Gli è stato trasmesso dalla Segreteria di Stato del Vaticano un documento che li riguarda. Si dice, fra l’altro: «In occasione del ricovero in ospedale del Santo Padre, la famiglia Gregori… gli ha indirizzato un cortese messaggio augurale, assicurando speciali preghiere. Mi pregio di trasmettere a Vostra Eccellenza copia della missiva qui giunta, con preghiera di voler far venire agli Scriventi l’espressione della riconoscenza di Sua Santità e di partecipare loro la Benedizione apostolica…».

Rispondendo ai Gregori attraverso il loro vescovo il Papa dà un crisma di ufficialità. Nel dispaccio preparato da Jessica, Giovanni Paolo II aveva anche ricevuto alcune foglie di edera della grotticina dei Gregori e un fazzoletto imbevuto nell’olio che, sempre dal 1995, essuda da una seconda statua, che fu regalata alla famiglia di Pantano, proprio a nome del Pontefice, da un suo amico, il cardinale polacco Andrzej M. Deskur. Entrambe le statue raffigurano la Regina della Pace e provengono da Medjugorje.

L’indagine del teologo.
Le informazioni offerte finora superano il contenuto delle lacrime di Civitavecchia, lasciando intendere che presso i Gregori si siano verificati molti altri fatti da valutare. «Le realtà da prendere in considerazione sono almeno tre: le lacrimazioni di sangue della prima statuina, le trasudazioni della seconda, le apparizioni e i messaggi. È pertanto sbagliato ridurre questa mariofania alle sole lacrime di sangue, perché l’iniziativa del Cielo è qui molto più vasta». Chi parla con voce certa e autorevole è Padre Flavio Ubodi, autore per le Edizioni Ares del volume La Madonna di Civitavecchia. Lacrime e messaggi, in uscita il 25 maggio. Teologo, già provinciale dei Frati Cappuccini del Lazio, padre Flavio è stato, per nomina del vescovo Grillo, vicepresidente della Commissione Teologica Diocesana, che a partire dal 1995 studiò il caso: è quindi testimone e giudice dei molti fatti che riporta nel suo libro, che Oggi anticipa qui in parte.

Il volume è una miniera di altre notizie e documenti inediti, nonché di esortazioni sulla fede, non fosse altro perché, per la prima volta, si trascrivono qui i contenuti dei messaggi dati dalla Madonna a Fabio Gregori, elettricista specializzato della locale Centrale Enel di Civitavecchia, e a sua figlia Jessica; mentre si dà prova inconfutabile del rapporto instauratosi fra Giovanni Paolo II, il vescovo Grillo, la Madonnina e la stessa famiglia Gregori.
Chiediamo a padre Ubodi di guidarci dentro a questa manifestazione della Madonna.

Famiglia, Chiesa, Fatima
«La Madonna ha accompagnato il segno delle lacrime, che fa memoria della Passione e indica preoccupazione e dolore per il peccato degli uomini, alle essudazioni del balsamo, che al contrario sono segno di consolazione; ed entrambi i segni si comprendono meglio alla luce di ciò che la Madonna ha sottolineato con le sue parole». Sì, perché tra il 2 luglio 1995, quando è apparsa in chiesa, durante la Messa, sopra l’altare, e il 17 maggio 1996, la Madonna si è mostrata in moltissime occasioni e ha dato 95 messaggi, compresi alcuni segreti per l’allora piccola Jessica, il vescovo e… lo stesso Papa.
Anche il vescovo Grillo, si legge nel volume, ha collegato come Jessica, questi messaggi al segreto di Fatima… «Ma è la stessa Vergine a farlo», puntualizza il frate: «Più di una volta Ella fa riferimento esplicito alle apparizioni portoghesi», fra l’altro, con un ammonimento pieno di inquietudine: «Preparatevi a vivere – è la Madonna che parla – quanto io avevo svelato alle mie piccole figlie di Fatima».
Viviamo tempi difficilissimi, dentro e fuori la Chiesa. Se si leggono i messaggi di Civitavecchia, che sono del 1995, alla luce dell’attualità non può non colpire la loro portata profetica. La Madonna mette in guardia, da un lato, dai rischi di una nuova guerra nucleare con anticipo sul terrorismo e sulle situazioni coreana e iraniana che oggi conosciamo, e, dall’altro, con preoccupazione ancora più grave, dalla crisi di fede e dal tradimento vocazionale da parte di tanti sacerdoti e religiosi all’interno della Chiesa e, ancora, dal dramma dell’infedeltà che vive oggi la famiglia…
La Vergine implora la conversione a Dio, hanno spiegato Fabio e Jessica; e gli strumenti per ottenerla, come a Fatima, sono i Sacramenti, il Rosario, la consacrazione al suo Cuore Immacolato. La pace e la rinascita dell’umanità, assicura Maria, iniziano nell’unità delle famiglie, che Lei chiama «piccola Chiesa domestica», dentro all’unità della Chiesa. «La Madonna», riprende padre Flavio, «parla esplicitamente di “apostasia nella Chiesa”, cioè dell’abiura dei contenuti fondamentali della fede e in un messaggio arriva a dire: “Vi sto dando una dolorosa notizia. Satana si sta impadronendo di tutta l’umanità, e ora sta cercando di distruggere la Chiesa di Dio tramite molti sacerdoti. Non permettetelo! Aiutate il Santo Padre!”; mentre, in un altro implora i successori degli apostoli di essere annunciatori credibili della verità». Ecco il testo: «Vescovi, il vostro compito è di continuare la crescita della Chiesa di Dio, essendo voi gli eredi di Dio. Tornate a essere un solo cuore pieno di vera fede e di umiltà con il mio figlio Giovanni Paolo II, il dono più grande che il mio Cuore Immacolato abbia ottenuto dal Cuore di Gesù.
Consacratevi tutti a me, al mio Cuore Immacolato, ed io proteggerò la vostra Nazione sotto il mio manto ora pieno di grazie».

I doni di Wojtyla
Colpisce come Giovanni Paolo II, successivamente a questi messaggi, abbia parlato di «apostasia» in diversi documenti. Comunque è certo che il Papa prese sul serio la vicenda di Civitavecchia e, in proposito, nel volume si riporta una lettera di mons. Grillo, ma controfirmata dal Pontefice, in cui si racconta dell’11 giugno 1995, quando Giovanni Paolo II volle venerare la statua in Vaticano, e in cui, soprattutto, si rivela che l’Atto di Affidamento alla Madonna, effettuato dal Papa l’8 ottobre 2000, durante il Giubileo, è stato fatto anche in ascolto di una richiesta del vescovo, a seguito dei messaggi dati nella sua Diocesi. Papa Wojtyla andò inoltre di nascosto a Civitavecchia per pregare la Madonna e incoronò personalmente la statua delle lacrime, donandole un Rosario: lo stesso che tiene in mano oggi, ascoltando i pellegrini dalla sua teca, nella chiesetta santuario di Sant’Agostino.


Riccardo Caniato

Messaggio del 2 febbraio 2017 - Medjugorje


 “Cari figli, voi che cercate di presentare ogni giorno della vostra vita a mio Figlio, voi che provate a vivere con lui, voi che pregate e vi sacrificate, voi siete la speranza in questo mondo inquieto. Voi siete i raggi della luce di mio Figlio, un vangelo vivente, e siete i miei cari apostoli dell’amore. Mio Figlio è con voi. Egli è con coloro che pensano a lui, che pregano.
Allo stesso modo, però, egli aspetta pazientemente quelli che non lo conoscono. Perciò voi, apostoli del mio amore, pregate col cuore e mostrate con le opere l’amore di mio Figlio. Questa è l’unica speranza per voi, ed anche la sola via verso la vita eterna. Io, come Madre, io sono qui con voi. Le vostre preghiere rivolte a me sono per me le più belle rose d’amore. Non posso non essere là dove sento profumo di rose. C’è speranza! Vi ringrazio”.

Poruka od 02.02.2017
"Draga djeco,vi koji nastojite svaki dan svoga života prikazati mom Sinu, vi koji pokušavate živjeti s Njim, vi koji se molite i žrtvujete, vi ste nada u ovom nevinom svijetu. Vi ste zrake svjetlosti moga Sina,živo evanđelje, a moji ste mili apostoli ljubavi. Moj Sin je s vama. On je s onima koji misle na njega, koji se mole, ali isto tako On strpljivo čeka one koji ga ne poznaju. Zato vi apostoli moje ljubavi srcem molite i djelima pokazujte ljubav moga Sina. To je jedina nada za vas, a to je i jedini put k vječnom životu. Ja kao majka, ja sam tu s vama. Vaše molitve upućene meni su najljepše ruže ljubavi za mene. Ne mogu ne biti ondje gdje osjetim miris ruža. Ima nade. Hvala vam.