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martedì 14 febbraio 2017

A Medjugorje i giovani scoprono l’amore e la semplicità di Dio





Per sapere cosa vivono i giovani quando si sentono chiamati a scoprire l’amore di Dio è necessario chiederlo a chi ha fatto personalmente questa esperienza.
In un intervista fr Jean Uriel Frey, membro della Comunità delle Beatitudini, ci racconta la sua conversione avvenuta a Medjugorje e come ha messo a disposizione di altri giovani il suo "tesoro".

Mi chiamo Jean Uriel, sono svizzero di lingua tedesca, nato a Lucerna e ho 32 anni. Ho sentito parlare di Medjugorje 12 anni fa da mio fratello maggiore quando lui mi ha invitato a venire qui in pellegrinaggio. Ho accettato senza sapere nulla di ciò che in realtà succedeva in questo luogo. Ricordo, come se fosse ieri, che sin dal primo giorno ho sentito la grazia di Dio su di me. A un certo punto di quel primo giorno persi il piccolo gruppo con il quale ero venuto, e così dietro la chiesa, da solo, ho incontrato l’amore e la grande misericordia di Dio. Ho pianto tutte le lacrime che avevo dentro, che esprimevano non solo il mio dolore, ma anche la gioia e la riconoscenza verso il Padre che mi amava per quello che ero veramente.
Quel momento, quella esperienza, mi hanno segnato per tutta la mia vita. Non subito, ma pian piano, il Signore ha potuto lavorare nel mio cuore. Cominciai lentamente a scoprire il ruolo della Vergine Maria nella mia vita e il suo compito nella Chiesa. Mi posi alla sua scuola in ricerca della mia vocazione; così, alcuni anni più tardi, sentii chiaramente la chiamata al sacerdozio e alla vita religiosa nella Comunità delle Beatitudini, dove vivo già da 7 anni. Per la festa dell’Ascensione ho professato solennemente i miei voti.
Sono tornato più volte a Medjugorje Ora mi trovo qui con un gruppo di 170 giovani francesi, alcuni italiani e tedeschi, per partecipare al festival. La cosa che mi ha colpito, così come era anche successo le altre volte, è stata l’essermi sentito subito avvolto dalla presenza della Vergine Maria. Quando mi avvicino alla chiesa e vedo i giovani che pregano attorno alla rotonda ho l’impressione che il manto della Madonna li ricopra e che tutti trovano la grazia di sentirsi figlio di Dio.


d. Cosa cercano i giovani a Medjugorje e cosa trovano?


I giovani nel profondo cercano Dio, anche se tante volte non lo esprimono direttamente. Molti mi hanno detto che sono venuti per caso e che loro stessi non sanno il perché; ma penso che in loro ci sia la ricerca di qualcosa di più, di qualcosa che può veramente donare un senso alla loro vita e al quale non possono dare un nome. Credo che la maggioranza dei giovani trovi a Medjugorje la certezza di essere amato profondamente da Dio, così come essi sono... Nello stesso tempo scoprono che questo Padre pieno di bontà e di amore gli ha dato anche una Madre che li aiuta nel loro cammino di fede. A Medjugorje trovano anche una chiesa molto semplice, fraterna e viva. Al Festival dei giovani si respira lo stesso spirito della GMG (ndr. Giornata Mondiale della Gioventù), dove è presente una grande diversità, tante nazionalità, gente di tutti i tipi, gruppi di preghiera di origine differenti e tutti sono afferrati dalla stessa grazia, dalla stessa fede e dalla sicurezza di essere figli di Dio e della Vergine Maria.


d. Come amano pregare i giovani? Sono molto sorpreso perché quest’anno ho realizzato che il modo di pregare, soprattutto in questo festival della gioventù, è caratterizzato da una grandissima semplicità ed apertura. Sono felice di vedere come i responsabili dei gruppi e del festival accolgano con cuore aperto tanti predicatori così diversi tra loro e come proprio i predicatori formano armoniosamente un solo corpo, senza contraddizioni, senza competizioni. Si vive una grande libertà e la gente viene aiutata attraverso il canto a pregare con tutto il corpo e con la gestualità. I giovani sono molto sensibili a questo perché possono esprimere con naturalezza ciò che abita nel loro cuore.
Generalmente è molto difficile riuscire a far cantare i giovani che stanno ancora scoprendo la Chiesa. Ad esempio, qualche settimana fa mi trovavo in un incontro in Francia dove erano presenti circa 400 giovani. In quell’occasione sono stati necessari più giorni per far entrare i giovani nella lode davanti a Dio, da esprimere con il canto e con i gesti; invece qui a Medjugorje, fin dal primo giorno, ho avuto l’impressione che tutti possono seguire con facilità questo modo di pregare. E’ davvero un dono di Dio questa semplicità con cui tutti riescono a vivere una sorta di infanzia spirituale.


d. Cosa dici ai giovani che si sentono chiamati a stare più vicini a Dio, come li accompagni, cosa gli consigli per capire dentro di sé la loro vocazione?


Mi è capitato spesso di vedere che a Medjugorje i giovani vivono delle esperienze molto forti che li coglie impreparati Ne ho incontrati molti, tra questi una ragazza, Veronique, che è venuta qui invitata da sua cugina e non sapeva neanche perché fosse venuta. Viaggiavamo sullo stesso pullman e lei era molto sorpresa, le appariva tutto strano, non capiva cosa stavamo facendo... ma quando siamo arrivati anche lei è stata subito rapita dalla grazia e ha scoperto la bellezza e la gioia di credere. In pochi giorni ha fatto una cammino incredibile! La domanda più frequente che essi mi pongono è: cosa avverrà dopo questi giorni qui a Medjugorje, una volta rientrati a casa?
Nei colloqui personali, consigliamo ai giovani di provare a continuare a vivere nelle proprie case un breve tempo quotidiano di preghiera personale con Dio e, possibilmente, di inserirsi in un gruppo di preghiera dove poter condividere le proprie esperienze, così come la Vergine ci invita nei suoi messaggi. La Madonna ci indica i cinque strumenti che ormai sono noti a tutti, ma non sempre per i giovani è facile vivere il digiuno. Ritrovarsi in un piccolo gruppo di preghiera li può aiutare a vivere la grazia ricevuta a Medjugorje, affinché essa possa lentamente penetrare le radici della loro vita e trasformarla.
Desidero aggiungere ancora qualcosa: il nostro pellegrinaggio aveva un tema specifico "Vivere sotto la guida dello Spirito Santo" (cfr. Gal 5,16). Vedo che qui a Medjugorje tutta la vita cristiana diventa molto facile. Tante volte i giovani dicono che essa è impegnativa, e anche lo nostra esperienza ci mostra che spesso non è facile seguire Cristo nel nostro quotidiano con tutto quello che il mondo ci propone, ma sentiamo anche che attraverso Maria tutto diventa più semplice. Veramente questa Madre che ci prende per mano e che ci aiuta a seguire Cristo, in una grande tenerezza e semplicità. Lei che è riempita dello Spirito Santo, ci aiuta a fare tutto nella forza dello Spirito e non attraverso le nostre capacità.


d. L’esperienza della preghiera carismatica spinge un po’ ad una preghiera di lode, di gioia... Come parlate ai giovani della croce, come affrontate nelle vostra spiritualità la sofferenza vissuta come elemento di corredenzione e di salvezza?


Per noi, in Comunità, la Croce ha un posto molto importante. E’ vero che a Medjugorje l’aspetto più evidente in questi giorni del festival è la gioia vissuta con spirito di fraternità, ma è anche vero che non siamo ancora saliti sul monte della Croce; lo faremo insieme agli altri per la messa finale. Ma dalla mia esperienza passata so anche che i pellegrini testimoniano che vengono maggiormente colpiti dalla Via crucis sul monte Krizevac, anche se spesso è umanamente difficile a vivere.
Per me questa è la prova che Maria non fa altro che guidarci verso Cristo: Come ho già detto, 12 anni fa ho incontrato Gesù e il suo amore, e allora era difficile comprendere il posto di Maria: ho avuto bisogno di tempo. Per me il suo ruolo è nella Chiesa, ma il suo unico desiderio è quello di guidarci verso suo Figlio e nelle braccia del Padre. Allora non mi sorprende che tanti giovani scoprono l’amore di Cristo nella Via crucis, perché nella morte sulla croce Dio ci ha mostrato il suo più grande amore per tutti noi.


d. Nella tua famiglia siete quattro figli e tutti consacrati...


Tutte le opere di Dio si realizzano sempre in una grande semplicità... Ciascuno di noi fratelli (tra cui una sorella) è stato chiamato alla vita consacrata, ma questo è successo in una maniera così naturale! Devo ammettere che quando la gente lo viene a sapere umanamente gli sembra un po’ strano, persino shockante, ma è importante dire che questo si inscrive nella storia personale di ognuno.
Il Signore fa le cose molto dolcemente, con naturalezza; ognuno di noi è stato chiamato a seguirlo nella vita consacrata in Comunità diverse, "colorate" diversamente (lo dimostrano gli abiti che indossiamo!), e questo non si fa da un giorno all’altro. Ciascuno di noi è cresciuto con la Grazia di Dio. Allora approfitto per dire un grande grazie al Lui per la chiamata che ci ha donato, per me essa è personalmente una grande gioia e penso che lo sia anche per i miei fratelli. Lo ringrazio anche per i nostri genitori, che non sono delle persone straordinarie, direi che sono come tutti gli altri, ma è vero che essi sono riusciti ad aprirsi alla volontà di Dio e a rimanere sempre aperti a ciò che Dio voleva realizzare nella vita dei loro figli. E con prontezza e semplicità hanno accettato la nostra vocazione.


d. Cos’altro vuoi dirci?


Voglio approfittare per invitare tutti a mettersi alla scuola della Madonna, di essere in ascolto di ciò che Lei vuole dirci. Oggi, il 5 agosto, qui a Medjugorje si festeggia il suo compleanno (ndr. secondo quanto è stato da lei stessa rivelato in un messaggio), e penso che la gioia più grande di una madre sia sapere che i suoi figli sono sereni. L’unico desiderio della Vergine Maria e saperci felici; per essere in questa beatitudine, in questa gioia dei figli di Dio, dobbiamo farci guidare da Lei: sarà Lei a comunicarci la felicità di sapere che Cristo è il nostro Salvatore.
Infine vorrei invitare i giovani a venire a Medjugorje, in particolar modo nei giorni del festival. Ai "grandi" direi di non esitare ad offrirgli il viaggio come regalo di Natale o di compleanno, così come mio fratello più grande lo ha offerto a me la prima volta. Probabilmente non sarei mai venuto e mai avrei potuto vivere quello che ho vissuto... Vi invito allora ad essere creativi a farvi promotori di questi viaggi, per permettere ad altri giovani di vivere la gioia di sentirsi amati dalla Regina della Pace.
Fonte: Eco di Maria nr.159

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