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lunedì 28 settembre 2015

A Medjugorje l'abbraccio di Maria - Testimonianza di Paolo e Daniela

 


Dopo 2 gravidanze andate male e ripetuti tentativi, a 5 anni dal matrimonio, celebrato nel 1997, nasce Simone, il nostro primo figlio, l'11 Febbraio 2002, giorno della B.V. Di Lourdes; in anticipo di 3 settimane sulla data prevista, in seguito ad una gravidanza trascorsa da Daniela quasi sempre a letto con il continuo rischio di una possibile interruzione.
All'epoca non eravamo particolarmente avvezzi alla preghiera, frequentavamo la messa domenicale, ma niente di più, era una buona tradizione ereditata dalle nostre famiglie di origine. Non avevamo nemmeno pregato in modo particolare per avere il dono di un figlio, sebbene fossimo andati a Roma nell'anno del Giubileo a visitare le famose Basiliche più o meno consapevoli che era proprio quello che in realtà stavamo cercando. Nel cortile della nostra casa, mi piace dirlo ora, abita, in una piccola cappella, proprio una statua che raffigura la B.V. Maria con Bernadette inginocchiata ai suoi piedi; essa accompagna la nostra famiglia da 70 anni, da quando i miei nonni vennero ad abitare la casa dove ora viviamo noi. Tornando a casa dall'ospedale, il giorno della nascita di Simone, mi sento, non so neanche perché, di rendere grazie a Maria per questa che ritenevo una curiosa coincidenza e con semplici parole glielo affido dicendo: hai voluto donarci la sua vita proprio in questo giorno, ebbene io desidero che la sua vita sia nelle tue mani, disponi di lui come riterrai più opportuno. Inizialmente non ho detto niente a Daniela perché neanche io capivo come mai mi fosse venuta spontanea questa cosa e quando più avanti gliene parlo non noto da parte sua un particolare entusiasmo. Concordiamo però sull'idea di fare un viaggio a Lourdes, in futuro da stabilire. Tutto resta comunque per così dire sopito. Nel 2004 il 1 ottobre, giorno di Santa Teresa del Bambino Gesù, nasce con parto cesareo Davide dopo solo sette mesi e mezzo di gestazione, e ancora una volta dopo una gravidanza a rischio trascorsa da Daniela completamente a letto.
Ad agosto 2013, a Pinarella di Cervia, dove trascorriamo le ferie ormai da una vita, comincia per noi un percorso che Maria, Mamma celeste, aveva in realtà già predisposto da tempo: una sera, ora possiamo dire non casualmente, a passeggio coi bimbi mi trovo davanti a una bancarella di libri e così poso lo sguardo sul secondo libro di Paolo Brosio: “Profumo di Lavanda”. Premetto che non sono propriamente un lettore, comunque lo compro e letteralmente lo divoro preso dalla voglia di leggere subito anche gli altri.
Naturalmente li passo a Daniela e insieme ci accorgiamo che in noi sta nascendo un qualcosa di difficile da descrivere, ma molto chiaro da comprendere, Maria ci stava, per così dire, aprendo gli occhi sulla vita che avevamo vissuto fino a quel momento. Di questo parliamo, pensiamo e discutiamo per tanto tempo, tutti i giorni, e anche se non sappiamo come rispondere capiamo che siamo i destinatari di una vera e propria chiamata alla quale è impossibile resistere: dobbiamo andare in quel posto sperduto della Bosnia! Ma l'organizzazione della famiglia? Come sistemiamo i bambini? Le ferie? Ormai sono terminate! Ci sentiamo fortemente attratti, ma tutti questi dubbi ci convincono a rimandare l'idea a tempi più opportuni, soprattutto quando i figli saranno più grandi, e poi non dovevamo andare a Lourdes?
Ancora una volta però la Mamma Celeste interviene nella nostra vita: verso fine estate ci troviamo con il gruppo famiglie della nostra parrocchia, del quale facciamo parte dal 2004, per programmare gli impegni e le attività dell'anno successivo: ed ecco qui due amici, fondamentali nella nostra vicenda. Loro tornavano da Medjugorje visibilmente colpiti, come chi vive un esperienza che veramente “ti cambia la vita”, e nonostante fossero appena tornati avevano un grande desiderio di tornare presto laggiù! Lo abbiamo compreso immediatamente dalle loro prime parole.
Questo incontro non fa altro che alimentare ulteriormente in noi quel senso di attrazione; ci diciamo che sarebbe bello un giorno andarci insieme, che anche a noi piacerebbe molto vivere un esperienza simile, ne sentiamo fortemente la necessità. Ma loro non sapevano quando ci sarebbero tornati, d'altronde c'erano appena stati e visibilmente vivevano qualcosa di veramente grande e travolgente. Sappiamo comunque che non possiamo resistere ancora per molto, addirittura propongo a Daniela di andare da sola con un viaggio organizzato, mentre io mi sarei occupato della gestione familiare. Naturalmente questa non era la volontà di Maria e così non se ne fa nulla. Bastava pazientare solo un po' ed ecco di nuovo chiara la strada: nel mese di novembre 2013 ci viene proposto di partecipare ad un seminario internazionale per coppie sposate, che si svolge annualmente a luglio proprio a Medjugorje. Accettiamo immediatamente e incominciamo a pensare come organizzarci per le ferie: era naturalmente troppo presto per chiederle, ma dovevamo decidere in fretta per poterci iscrivere al corso. Il tempo stringe e l'urgenza di partire aumenta. Senza troppi pensieri, e chi ci conosce sa che non è scontato per noi, prenotiamo il viaggio confidando che se Maria ci vuole là avrebbe disposto tutte le cose nel modo opportuno. Partiamo assieme a tre coppie di amici già frequentatori di Medjugorje. Il seminario si intitola “La fiducia nel matrimonio e nell'educazione dei figli” ed è tenuto da una brava dottoressa, sembra fatto apposta per noi, proprio al momento giusto. Impossibile descrivere i sentimenti che hanno invaso la nostra anima visitando quei luoghi: il monte Krizevac, la statua in bronzo di Gesù, dal cui ginocchio abbiamo potuto attingere il liquido sinoviale che ripetutamente si versa, la collina delle apparizioni. Essere li a pregare proprio ai piedi della Croce e di Maria, che lassù aspetta proprio noi e della quale sentiamo l'abbraccio materno e consolatore! Tra le tante grazie ricevute quella che ha dato inizio ad una nuova stagione nella nostra vita certamente è stata la consapevolezza di aver vissuto sempre sotto lo sguardo amorevole di Maria, ma noi fino a quel momento non ce ne eravamo resi conto.
Adesso abbiamo la certezza che il nostro cammino continuerà illuminato da questa scoperta, con la gioia nell'abbandono fiducioso e incondizionato a Lei, nelle cui mani mettiamo tutta la nostra vita: gioie, dolori, fatiche, delusioni, preoccupazioni, tutto le doniamo e affidiamo chiedendole anche la grazia di insegnarci ad amare sempre intensamente il suo figlio Gesù.
In ultimo, ma non ultimo, il viaggio a Medjugorje ci ha regalato il desiderio e la gioia grande nel pregare insieme, di cui sentiamo l'esigenza giornaliera come ristoro e ringraziamento, anche se a volte, sovrastati dal frastuono quotidiano, ci ritagliamo momenti di preghiera personali, pur consapevoli comunque che ci rivolgiamo insieme alla Mamma Celeste.
Possiamo certamente dire che la consapevolezza dell'amore di Maria influisce positivamente nel nostro approccio verso le situazioni quotidiane e nei rapporti che intratteniamo con le altre persone.

Paolo e Daniela

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