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giovedì 22 febbraio 2018

Giovani non diventate voi stessi “fake” in cerca di “like”

Messaggio di Francesco per la Gmg diocesana del 25 marzo, in vista di Panama 2019: «Desidero che nella Chiesa vi siano affidate responsabilità importanti»
 
Iacopo Scaramuzzi
città del vaticano
Il Papa esorta i giovani a «non nascondersi dietro a maschere e false identità, fin quasi a diventare loro stessi un “fake”», ossessionati dal «maggior numero possibile di “mi piace”», a ricordare che «non dobbiamo meritare la vicinanza e l’aiuto di Dio presentando in anticipo un “curriculum d’eccellenza”» e a non lasciare che «i bagliori della gioventù si spengano nel buio di una stanza chiusa in cui l’unica finestra per guardare il mondo è quella del computer e dello smartphone», nel messaggio che ha scritto in occasione della 33esima Giornata Mondiale della Gioventù (Gmg) che, in vista di Panama 2019, sarà celebrata a livello diocesano il 25 marzo prossimo
Francesco, che sottolinea come sia «una buona coincidenza» che l’appuntamento cada nell’anno in cui è convocato il Sinodo dei giovani, scrive nel messaggio: «Desidero che nella Chiesa vi siano affidate responsabilità importanti, che si abbia il coraggio di lasciarvi spazio; e voi, preparatevi ad assumere queste responsabilità». 

Papa Francesco ricorda che, già l’anno scorso, aveva preso l’itinerario di Maria, «la giovane di Nazareth che Dio ha scelto quale Madre del suo Figlio», come esempio per i suoi messaggi per la Gmg, e «quest’anno – spiega – cerchiamo di ascoltare insieme a lei la voce di Dio che infonde coraggio e dona la grazia necessaria per rispondere alla sua chiamata: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio”». 

«Oggi – scrive Jorge Mario Bergoglio – sono tanti i giovani che hanno la sensazione di dover essere diversi da ciò che sono in realtà, nel tentativo di adeguarsi a standard spesso artificiosi e irraggiungibili. Fanno continui “fotoritocchi” delle proprie immagini, nascondendosi dietro a maschere e false identità, fin quasi a diventare loro stessi un “fake”. C’è in molti l’ossessione di ricevere il maggior numero possibile di “mi piace”. E da questo senso di inadeguatezza sorgono tante paure e incertezze. Altri temono di non riuscire a trovare una sicurezza affettiva e rimanere soli. In molti, davanti alla precarietà del lavoro, subentra la paura di non riuscire a trovare una soddisfacente affermazione professionale, di non veder realizzati i propri sogni. Sono timori oggi molto presenti in molti giovani, sia credenti che non credenti. E anche coloro che hanno accolto il dono della fede e cercano con serietà la propria vocazione, non sono certo esenti da timori».  

Per il Papa, «nei momenti in cui dubbi e paure affollano il nostro cuore, si rende necessario il discernimento. Esso ci consente di mettere ordine nella confusione dei nostri pensieri e sentimenti, per agire in modo giusto e prudente». Francesco si rivolge con questo invito ai ragazzi: «Non abbiate timore di guardare con onestà alle vostre paure, riconoscerle per quello che sono e fare i conti con esse», rilevando come «spesso l’ostacolo alla fede non sia l’incredulità, ma la paura». Il lavoro di discernimento, allora, «dopo aver identificato le nostre paure, deve aiutarci a superarle aprendoci alla vita e affrontando con serenità le sfide che essa ci presenta. Per noi cristiani, in particolare, la paura non deve mai avere l’ultima parola, ma essere l’occasione per compiere un atto di fede in Dio... e anche nella vita!», perché « se invece alimentiamo le paure, tenderemo a chiuderci in noi stessi, a barricarci per difenderci da tutto e da tutti, rimanendo come paralizzati. Bisogna reagire! Mai chiudersi! Nelle Sacre Scritture troviamo 365 volte l’espressione “non temere”, con tutte le sue varianti. Come dire che ogni giorno dell’anno il Signore ci vuole liberi dalla paura». 

Per Papa Francesco, oltre alla preghiera col Signore, «è importante anche il confronto e il dialogo con gli altri, nostri fratelli e sorelle nella fede, che hanno più esperienza e ci aiutano a vedere meglio e a scegliere tra le varie opzioni. Nei vostri dubbi», prosegue il Pontefice rivolgendosi ai giovani, «sappiate che potete contare sulla Chiesa. So che ci sono bravi sacerdoti, consacrati e consacrate, fedeli laici, molti dei quali giovani a loro volta, che come fratelli e sorelle maggiori nella fede possono accompagnarvi». Inoltre, «l’“altro” non è solo la guida spirituale, ma è anche chi ci aiuta ad aprirci a tutte le infinite ricchezze dell’esistenza che Dio ci ha dato. È necessario aprire spazi nelle nostre città e comunità per crescere, per sognare, per guardare orizzonti nuovi! Mai perdere il gusto di godere dell’incontro, dell’amicizia, il gusto di sognare insieme, di camminare con gli altri. I cristiani autentici non hanno paura di aprirsi agli altri, di condividere i loro spazi vitali trasformandoli in spazi di fraternità. Non lasciate, cari giovani, che i bagliori della gioventù si spengano nel buio di una stanza chiusa in cui l’unica finestra per guardare il mondo è quella del computer e dello smartphone. Spalancate le porte della vostra vita!». 

Il motivo principale per cui Maria non deve temere, prosegue il Papa, «è perché ha trovato grazia presso Dio. La parola “grazia” ci parla di amore gratuito, non dovuto. Quanto ci incoraggia sapere che non dobbiamo meritare la vicinanza e l’aiuto di Dio presentando in anticipo un “curriculum d’eccellenza”, pieno di meriti e di successi!». Per il Papa, «la strada della vocazione non è infatti priva di croci: non solo i dubbi iniziali, ma anche le frequenti tentazioni che si incontrano lungo il cammino» e «il sentimento di inadeguatezza accompagna il discepolo di Cristo fino alla fine, ma egli sa di essere assistito dalla grazia di Dio», eppure la consapevolezza della presenza di Dio «non risolve certamente tutti i problemi o non toglie le incertezze della vita, ma ha la forza di trasformarla nel profondo. L’ignoto che il domani ci riserva non è una minaccia oscura a cui bisogna sopravvivere, ma un tempo favorevole che ci è dato per vivere l’unicità della nostra vocazione personale e condividerla con i nostri fratelli e sorelle nella Chiesa e nel mondo». 

Infine, «alla giovane Maria fu affidato un compito importante proprio perché era giovane. Voi giovani avete forza, attraversate una fase della vita in cui non mancano certo le energie. Impiegate questa forza e queste energie per migliorare il mondo, incominciando dalle realtà a voi più vicine. Desidero – scrive il Papa argentino – che nella Chiesa vi siano affidate responsabilità importanti, che si abbia il coraggio di lasciarvi spazio; e voi, preparatevi ad assumere queste responsabilità».  

Francesco conclude il messaggio dicendo ai giovani: «La Gmg è per i coraggiosi! Non per giovani che cercano solo la comodità e che si tirano indietro davanti alle difficoltà. Accettate la sfida?». 

All’inizio del suo testo, il Papa sottolinea che «questa nuova tappa del nostro pellegrinaggio cade nell’anno in cui è convocata l’Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. È una buona coincidenza». In una nota a parte, il Dicastero per i Laici, Famiglia e Vita sottolinea che il Sinodo «invita a riflettere sulla realtà in cui vivono le nuove generazioni, sulla loro vita di fede e sul modo in cui maturano le scelte fondamentali, che forgeranno il loro futuro e quello dell’umanità». È significativo, sottolinea il Dicastero vaticano, che «il messaggio, pubblicato nella festa della Cattedra di San Pietro, sia stato firmato dal Santo Padre l’11 febbraio, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, giorno in cui Sua Santità ha aperto le iscrizioni alla Gmg di Panama 2019».
 
 

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